
Cappella Chigi
La seconda cappella della navata sinistra fu commissionata nel 1513 da Agostino Chigi, uno dei più importanti mecenati dell’epoca e progettata da Raffaello Sanzio, per essere completata da Gian Lorenzo Bernini nella metà del Seicento, che ne arricchì la bellezza con il suo tocco barocco. La pianta centrale, a forma di croce greca, è sormontata da una cupola decorata con mosaici raffiguranti Dio Padre circondato dalle allegorie del sole e degli altri pianeti, e realizzati da Luigi da Pace su disegno di Raffaello.
Tra gli elementi più iconici della cappella vi sono le tombe piramidali di Agostino Chigi e del fratello Sigismondo, ispirate alle forme dell’antico Egitto; insolita scelta iconografica che dimostra la visione erudita e moderna del committente. Un altro capolavoro che arricchisce la cappella è la statua di Abacuc e l’Angelo, scolpita da Gian Lorenzo Bernini nel XVII secolo. Con il suo dinamismo e la drammaticità, quest’opera è un esempio emblematico dello stile barocco, che contrasta e al tempo stesso dialoga con la sobrietà rinascimentale del progetto originario. Bernini realizzò anche la celebre statua di Daniele nella fossa dei leoni, anch’essa caratterizzata da un potente senso di movimento e intensità espressiva. La scultura del Giona viene realizzata da Lorenzetto su disegno di Raffaello mentre quella dell’Elia è terminata da Raffaello da Montelupo; la cappella ospita inoltre la “Nascita della Vergine” e la “Visitazione”, attribuiti a Sebastiano del Piombo.
Abbassando lo sguardo, di estremo interesse risulta il decoro pavimentale recante l’immagine di uno scheletro alato che regge lo stemma della famiglia Chigi con la frase Mors aD Caelos (= La morte è la strada per il cielo). Le lettere maiuscole ricomposte “MDCL”, indicano la data di realizzazione degli interventi berniniani cioè il 1650. La Cappella è un vero e proprio emblema del dialogo armonioso tra Rinascimento e Barocco.