La Basilica
La Basilica di S. Maria del Popolo fu edificata sulla tomba della famiglia dei Domizi, dove secondo la tradizione fu sepolto Nerone, e includendo una precedente cappellina risalente al 1099 la cui costruzione fu voluta da Papa Pasquale II in sostituzione di un albero di pioppo (lat. “populus”) che secondo la leggenda era infestato da diavoli sotto forma di corvi. Pasquale II decise inoltre di edificare la cappella come ringraziamento per la liberazione di Gerusalemme, avvenuta proprio nel luglio 1099 al termine della Prima Crociata. L’odierna Basilica è adiacente a Porta Flaminia, ingresso obbligatorio per i pellegrini e gli innumerevoli visitatori che giungevano e giungono dal Nord. Proprio per la prossimità a questa porta monumentale accogliente tutte le genti S. Maria del Popolo è stata ribattezzata “Ianua Mundi”, in concomitanza col titolo di “Ianua Coeli” riservato alla B.V. Maria cui la Basilica è dedicata. Passando per la Porta Flaminia, prima di recarsi a S. Pietro, era d’uopo per i pellegrini visitare la Gran Madre di Dio rappresentata in un’icona in stile bizantino, opera di Filippo Rusuti, ritenuta tra le più belle e più miracolose tra quelle venerate nell’Urbe, di provenienza dal Laterano, dono del Papa Gregorio IX e qui portata in solenne processione nel 1235 in occasione di una delle tante epidemie di peste scoppiate nella città.
Prima sede dell’Ordine Agostiniano a Roma e nel mondo, sin dal 1256 la Basilica, che si fregia anche di essere una delle parrocchie più antiche di Roma, è officiata dai PP. Agostiniani che da Lecceto, in provincia di Siena, qui si stabilirono dopo la Grande Unione voluta dal Papa Alessandro IV, che con la bolla “Licet Ecclesiae” riuniva tutti gli Eremiti che professavano la Regola di S. Agostino (Giamboniti, Brettini e Guglielmiti) in un unico Ordine. Successivamente la Basilica passerà agli Agostiniani della delegazione Lombarda, il cui passaggio fu contrassegnato dalla costruzione del campanile che riporta ancora oggi i segni architettonici tipici dell’architettura lombarda (la cuspide a nido d’api). In questi anni avvenne la ricostruzione completa della chiesa in occasione del Giubileo del 1475 per volere di Sisto IV Della Rovere, probabilmente su progetto di Andrea Bregno (1472-1477).
L’aspetto della chiesa, che conserva tuttora la struttura quattrocentesca, venne in parte modificato agli inizi del Cinquecento da Donato Bramante che, prolungando il coro, realizzò la Cappella maggiore e la nuova abside con catino a forma di gigantesca conchiglia. Nel 1513 Raffaello iniziò la costruzione della Cappella Chigi. Nel 1627 il cardinale Antonio Sauli commissionò il nuovo altare maggiore, che sostituì quello originale di Andrea Bregno (1473) parzialmente ricostruito nella sacrestia. Nel Seicento Alessandro VII affidò al suo architetto Gian Lorenzo Bernini il completamento della Cappella Chigi e la rielaborazione in chiave barocca dell’edificio (1655-1661).
Opere in Basilica
Crocifissione di San Pietro (Caravaggio)
Dipinta da Caravaggio nel 1601, la tela raffigura il momento in cui San Pietro viene crocifisso per sua volontà a testa in giù, in segno di umiltà per non voler emulare la morte di Cristo.
Conversione di San Paolo (Caravaggio)
La tela, realizzata da Caravaggio nel 1601 rappresenta la folgorazione di Saulo sulla via di Damasco.
Assunzione di Maria (A. Carracci)
Capolavoro di Annibale Carracci quale sintesi magistrale tra il classicismo rinascimentale e il dinamismo barocco
Cappella Chigi
Progettata da Raffaello Sanzio, la cappella Chigi fu commissionata nel 1513 da Agostino Chigi, uno dei più importanti mecenati dell’epoca.
Coro del Bramante
Commissionato da Papa Giulio II, il coro è un esempio straordinario dell'architettura rinascimentale italiana.
Vergine con Bambino di F. Rusuti
L'icona, situata nell'altare maggiore, è una delle opere più significative dell'artista medievale Filippo Rusuti
Natività (Pinturicchio)
Una delle espressioni più delicate e raffinate della pittura rinascimentale italiana, realizzata dal Pinturicchio tra il V e il VI secolo.